Giovanni è sposato con Rosalia da 15 anni e, a settembre, ha ricevuto la lettera di separazione. Dall’unione con la moglie sono nate tre bambine. La situazione dei due coniugi palermitani è paradossale poiché, nonostante ci sia di mezzo l’avvocato, continuano a vedersi e sentirsi. Giovanni non può tornare a vivere con la moglie a causa dell’ostilità del suocero che gli ha fatto sapere che “potrà ritornare a casa solo quando lui morirà”.
La diatriba nasce dal fatto che Giovanni ha infangato il nome della famiglia dicendo in giro che sua moglie era una “poco di buono perché l’aveva tradito “ e che il suocero era “una persona da non rispettare perché aveva coperto sua figlia”. Fino al 2013 tutto va a gonfie vele, poi lei decide di iscriversi a Facebook. Giovanni scopre che la consorte parla con un uomo di 60 anni e le chiede di cancellarlo. Quando scopre che Rosalia non l’ha rimosso dalle sue amicizie, chiede aiuto al suocero. Giuseppe (questo il nome del padre di Rosalia, ndr.) convoca “l’amico di Facebook” che nega di aver mandato i messaggi.
La discussione rientra, il matrimonio continua ma Giovanni è ossessionato dalla gelosia. Giuseppe lo rassicura sostenendo che la moglie è fedele. La situazione degenera nuovamente quando il marito capisce che la moglie e l’amico parlano anche su Whatsapp. Giovanni se ne va di casa cinque volte mettendo in crisi il legame. Lui e Rosalia si lasciano e prendono in continuazione, mentre il suocero continua a sostenere che Giovanni è paranoico.
A questo punto il marito chiede i tabulati della Telecom, ha le prove che la moglie ha avuto conversazioni telefoniche e online con l’amico di Facebook e inizia a parlare male in giro. Ma come spesso accade, il tempo rasserena i rapporti e marito e moglie ricominciano a sentirsi. “Sì, è vero – ammette Rosy – lo sentivo ma non l’ho mai visto. Anche mio padre lo sapeva”. Giovanni si convince che non si sono mai visti, perdona la moglie ma si parlano e vedono di nascosto a causa del suocero. Giovanni contatta “C’è posta per te” per chiedere scusa a Giuseppe.