Noemi, 19 anni, riceve come regalo di maturità una decolorazione dal parrucchiere. Da lì inizia il suo calvario. La ragazza si reca dal coiffeur che le applica una crema azzurra e le avvolge la testa in una pellicola trasparente. Noemi inizia ad accusare un insolito bruciore al cuoio capelluto in un punto specifico, ma all’inizio non si preoccupa più di tanto perchè è la prima volta che va dal parrucchiere e non ha molta esperienza. Dopo un po’ di tempo capisce però che il dolore avvertito non è normale, il parrucchiere le toglie la pellicola e, incurante del fumo che le esce dalla testa, la rassicura: “Tutto normale, ora si sciacqua e si risolve tutto“.
Tornata a casa, iniziano i problemi: le visite al pronto soccorso, la perdita dei capelli, le medicazioni frequenti in un centro a venti chilometri che le impediscono di iscriversi all’università di Perugia, l’estate chiusa in casa. Il danno riportato dalla ragazza è serio: un’ustione di 10 centimetri di diametro che ha eroso pelle e carne arrivando a toccare l’osso. “E’ stato un trauma – racconta Noemi a Nadia Toffa – soprattutto quando mi hanno detto che nella parte dove c’è l’osso i capelli non sarebbero più ricresciuti”. I bulbi dei capelli, infatti, sono stati bruciati e il problema può essere risolto solo con un intervento da mille euro ogni centimetro di cuoio capelluto.
L’inviata de “Le Iene” si reca nel salone dei parrucchieri. I proprietari del locale sono cinesi e non fanno una piega davanti alle accuse della Iena. Il negozio è ancora aperto nonostante la denuncia di Noemi.
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