Ricorre oggi il centunesimo anniversario della nascita di Paul Jackson Pollock, uno tra i più importanti esponenti dell’Action Painting o Espressionismo Astratto. Nato a Cody, in Long Island, il 28 gennaio 1912, Pollock è da sempre al centro delle attenzioni della critica. La sua opera si caratterizza per l’uso di tre tecniche pittoriche, il Dripping, l’Action Painting e l’All Over, rispettivamente lo “sgocciolamento”, la “pittura in azione” e la pittura “a tutto campo”, che permisero all’artista di “sentirsi più vicino, quasi parte integrante della pittura”. Influenzato anche dai miti e dalle tradizioni della cultura nativa dell’Arizona, Pollock fu introdotto all’uso del colore puro nel 1936, durante un seminario a New York. Se con l’Action Paiting si serviva non più soltanto del braccio, ma del corpo, attraverso la tecnica della sgocciolatura applicava il colore con pennelli induriti, siringhe da cucina e bastoncini. Pittura automatica, surrealismo e sand paiting dei nativi americani ebbero una profonda influenza su di lui. I suoi quadri più famosi sono quelli realizzati nel periodo del dripping, tra il 1947 e il ’50. Ma appena il pittore espressionista diventò noto per il suo stile, decise inaspettatamente di abbandonare la tecnica che lo aveva reso famoso. Dal 1951 comincia ad usare colori molto più scuri, spesso soltanto il nero e iniziano anche le prime figurazioni. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, Pollock negava l’esistenza del “caso”. Si muoveva, infatti, intorno alle tele facendo colare il colore o spruzzandolo in una danza inarrestabile ma di cui sapeva fin dall’inizio i movimenti. Controllabile e incontrollabile venivano a creare un unicum inscindibile: idee e movimenti precisi uniti all’incertezza del modo in cui la tela avrebbe assorbito il colore. Harold Rosenberg, parlando di lui, diceva: “Quello che finiva sulla tela non era un quadro, ma un evento. Il punto di svolta c’è stato quando ha deciso di dipingere ‘solo per dipingere’. I gesti che si riflettevano sulla tela erano gesti di liberazione dai valori – politici, estetici e morali”. Non era della stessa opinione il Reynolds News, che in un titolo del 1959 scriveva “Questa non è arte, è uno scherzo di cattivo gusto”.Profondo conoscitore della psicoanalisi, era in terapia per la lotta all’alcolismo e sarà proprio questa dipendenza a interrompere la sua vita nel 1956, a soli 44 anni, quando morì in un incidente stradale provocato dal suo stato di ebbrezza.
LiveSicilia vi propone alcuni tra i suoi quadri più rappresentativi.