Ospite di Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno”, Alessandro Greco ripercorre le tappe della sua storia d’amore con Beatrice Bocci, seconda classificata a “Miss Italia” nel 1994, al suo fianco da 25 anni. “Eravamo alle prefinali nazionali di Miss Italia, io non avevo il coraggio di dichiararmi – ricorda – Allora ho chiesto a un mio collaboratore: ‘Perché non glielo chiedi tu se ci andiamo a fare un giro?’ Quando l’ho vista, sono rimasto flashato. Siamo usciti, andammo a bere una cosa verso Rimini. In macchina mi sono sparato un brano di Pino Daniele (“Che male c’è”, ndr.) cercando di far breccia nella sua mente e nel suo cuore”.
Anche l’ex marito di Beatrice Bocci si chiama Alessandro Greco
“Se c’è riuscito? Sembrerebbe di sì, sono 25 anni che stiamo insieme. Confermo: ha fatto breccia”, dice Beatrice Bocci, ospite in collegamento. La moglie dell’ex conduttore di “Furore” svela che all’inizio lui non le stava simpatico. All’epoca, poi, la Bocci si stava separando dal marito che, per uno strano scherzo del destino, si chiama anche lui Alessandro Greco. “All’inizio non era simpatico, né lui né il nome”, sentenzia. Ad unire la coppia, oltre all’amore, è anche la fede. I due, ad un certo punto del loro cammino, hanno deciso di vivere in castità. E’ accaduto dopo la nascita dei loro due figli, mentre Beatrice era in attesa dell’annullamento del suo precedente matrimonio. Il periodo di castità è durato quasi tre anni.
La scelta di vivere in castità per quasi tre anni
“Diventa una scelta bizzarra con gli occhi e la valutazione del mondo ma in un’ottica di spiritualità e di fede è un passo molto significativo – spiega il conduttore – Rappresenta il bisogno di vivere con una profonda comunione con il Signore che diversamente ti manca perché, secondo quelli che sono i dettami della Chiesa, le persone che vivevano la nostra condizione, cioè di conviventi, non hanno accesso ai sacramenti”. “Noi ci siamo sposati civilmente nel 2008, c’erano già due figli – racconta – Però il percorso e le vicissitudini della vita, della nostra famiglia e alcuni incontri determinanti, compreso anche un pellegrinaggio che abbiamo fatto a Medjugorje, ci hanno portato a meditare questa decisione: portare in maniera preponderante Dio al centro della nostra vita”.
“Ci siamo uniti nella comunione e non nella divisione”
“E’ un cammino che si fa – gli fa eco la moglie – Non è un’imposizione, una legge, un comandamento. E’ una cosa di cui è anche difficile parlare perché se non si sperimenta sembra fuori dal mondo. In quel periodo, io e Alessandro ci siamo conosciuti profondamente. La parte fisica in una coppia è fondamentale e ci deve essere. Però a volte nasconde delle debolezze e delle fragilità che, se non vengono guardate profondamente, poi diventano impedimenti lungo il cammino e forse anche motivi per cui uno si lascia”. “Ho imparato ad accogliere meglio le sue parti d’ombra, ho imparato il linguaggio della tenerezza, degli abbracci, una complicità più profonda, più intima – aggiunge la Bocci – Ho imparato a restare nei momenti di difficoltà, a non scappare. Forse a maturare anche dei silenzi senza essere aggressivi e pretenziosi verso l’altro. Ho imparato un atteggiamento più disponibile che accompagna l’altro senza sopraffarlo. Ci siamo uniti nella comunione e non nella divisione”.
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Il ricordo di Fabrizio Frizzi: “Un amico che ci ha accompagnato nel tempo”
Beatrice Bocci si commuove mentre parla di Fabrizio Frizzi: “Nella nostra storia lui è stato importante ed è stato un amico che ci ha accompagnato nel tempo. Nei momenti importanti della nostra vita c’è sempre stato. Manca proprio tanto”. “Quando Fabrizio ha lasciato in lutto il mondo dello spettacolo, si sono visti i suoi frutti – dichiara Alessandro Greco – Questo profondo cordoglio da parte di tutta Italia è il risultato di quello che Fabrizio è sempre stato con la sua professionalità ma soprattutto con la sua umanità e la sua genuinità. Questi sono gli aspetti che il pubblico ricerca e percepisce attraverso il mezzo televisivo. Le tante celebrazioni che giustamente ci sono state dovevano essere precedute da un’attestazione di considerazione personale, professionale e artistica negli anni che forse a Fabrizio un po’ è mancata. E a volte è troppo tardi”.