Ci sono voluti quasi 13 anni per mettere la verità nero su bianco. Ieri la Corte di Cassazione ha condannato per omicidio preterintenzionale a 12 anni, in via definitiva, i due carabinieri accusati di aver pestato a morte Stefano Cucchi la notte del 15 ottobre 2009 a poche ore dall’arresto. In questi lunghi anni la sorella Ilaria che si è fatta portavoce anche del dolore dei genitori non ha mai mollato e soprattutto non ha mai smesso di credere nella giustizia nonostante il fango che le è piovuto addosso.
“Per Stefano sono stata una seconda mamma”
“Era un ragazzo buono, che aveva sbagliato, ma che stava ricominciando – disse Ilaria a proposito del fratello in un’intervista a “Chi” – Stefano era un ragazzo meraviglioso. Già da piccolo era pieno di vita, solare, sempre con il sorriso e la battuta pronta. Ma era anche molto fragile. Per lui sono stata una seconda mamma, avevamo un rapporto bello, ma conflittuale. Ero quella che, quando lui andava a letto, gli frugava nelle tasche e controllava il telefono. Ed ero quella che lui cercava appena aveva un problema. Non volevo perderlo, perché era circondato dall’amore, ma non per questo bisognava abbassare la guardia”.
La separazione e la nuova vita con l’avvocato Anselmo
Morendo Stefano ha donato alla sorella un’altra vita. Durante il calvario giudiziario, infatti, Ilaria Cucchi ha conosciuto il suo attuale compagno, l’avvocato Fabio Anselmo, che l’ha sostenuta sin dal primo giorno nella sua lunga battaglia e si è separata dal marito da cui ha avuto due figli, Valerio e Giulia. La donna non ha mai avuto dubbi: “Fabio è un regalo di mio fratello”. Stefano fu il primo ad accorgersi dell’infelicità della sorella. “Nel tempo, ho trovato la mia dimensione di donna e la felicità che lui mi augurava – confessò Ilaria Cucchi in un’intervista al “Corriere della Sera” – A volte Fabio mi fa: vorrei non averti conosciuta, perché significherebbe che Stefano è vivo”.
“Io e Fabio abbiamo scritto una piccola pagina di storia”
C’è stato un momento in particolare in cui la donna capì di essere innamorata dell’avvocato Anselmo: “In un’udienza in cui pareva che sotto accusa ci fosse Stefano perché drogato o magro, Fabio ha chiesto di fare una domanda ai medici che l’avevano visitato vivo. Gliel’hanno negata. L’ho visto lanciare in aria la toga e urlare ‘io vengo da Ferrara tutte le settimane a spese di questa famiglia e voi non mi consentite di fare il mio lavoro’ (…) Abbiamo scritto una piccola pagina di storia. Abbiamo cambiato il corso di un processo dall’esito annunciato. A volte, gli dico: io e te cambieremo il mondo. E lui: non esagerare”.
L’avvocato: “Anch’io come Ilaria conosco il dolore”
Sia Ilaria Cucchi che il suo compagno hanno dichiarato di non essersi mai sentiti in imbarazzo per essersi conosciuti e innamorati nel bel mezzo di una vicenda così tragica. “Non ho fatto male a nessuno – spiegò l’avvocato Anselmo a “Vanity Fair” – Ero già fuori di casa da tempo, purtroppo la lunga malattia di mia moglie dopo la nascita del nostro secondo figlio ha minato anche il mio matrimonio. Io e Ilaria ci siamo avvicinati, al di là della battaglia comune per Stefano, perché anch’io conosco il dolore, so che cosa vuol dire”.
Ilaria: “Quando Stefano è morto, sono sparita dalla vita di mia figlia”
Ilaria Cucchi confidò al magazine di aver pagato un prezzo molto alto per la sua battaglia: “Da una parte, poiché la verità è venuta fuori, sono contentissima di averli vissuti senza arrendermi. Mi dico: lo rifarei altre diecimila volte. Dall’altra… Ho perso tutto. È stato devastante. Mi sono separata, abbiamo tutti dovuto abituarci a una nuova vita (…) Quando Stefano è morto mia figlia Giulia aveva due anni, sono improvvisamente sparita dalla sua vita. Ero fortunata perché avevo mia madre e una mia cara amica che le hanno fatto un po’ da mamma. E per fortuna, crescendo, si stanno rendendo conto che anche se non li accompagnavo alle feste, a loro ho trasmesso una sensibilità particolare, sono in grado di guardare oltre il pregiudizio”.
La malattia dei genitori: “Non si sono mai persi un’udienza”
“Entrambi i miei genitori, che non si sono mai persi un’udienza, si sono ammalati – aggiunse – Anche l’altro giorno, a mia mamma cui una grave patologia sta devastando la spina dorsale, ho detto: non venire. Ma lei niente, ci deve essere (…) Pensi che mio padre si guarda tutte le sere, su Netflix, il film Sulla mia pelle di Alessio Cremonini. L’altra sera lo stava riguardando, io gli ho detto: ma un’altra volta papà, perché? Mi ha risposto: è una cosa che mi fa bene, me lo fa sentire vicino. Mio padre è fermo lì”.
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“Ho pensato che la morte di mio fratello fosse colpa mia”
Anche Ilaria è ferma lì. “Io non ho ancora lasciato andare mio fratello, non l’ho salutato – raccontò al “Corsera” – Lo farò quando avrò la verità. Sono ferma a quando, guardando il corpo martoriato all’obitorio di Roma, gli dico: è colpa mia, non ho saputo salvarti, ma ti prometto che andrò fino in fondo. Perché nei sei giorni in cui fu agli arresti, non riuscii a ottenere l’autorizzazione per vederlo. E io, che credevo nelle istituzioni, mi dicevo: però, è in buone mani, non può succedergli nulla. Invece, Stefano stava morendo solo come un cane, pensando che l’avessimo abbandonato. Questo farò fatica a perdonarlo, se arriverà il giorno del perdono”.