Il direttore di “Libero” fece da Cupido alla coppia
- La confidenza: “Tomaso è un ragazzo fragile, ho cercato di indirizzarlo ogni modo”
- Le presentazioni nel ristorante di proprietà del rampollo della maison di moda
- Feltri ignora i motivi della separazione ma dice: “Gli sposi che si dividono perdono entrambi la partita”
Vittorio Feltri rompe il silenzio e dice la sua sulla rottura tra Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi. Fu il direttore di “Libero” a fare da Cupido alla coppia dieci anni fa e nel 2014 presenziò alle loro nozze come testimone. La notizia della loro separazione ha colto di sorpresa un po’ tutti e a quanto pare anche lui.
“Tomaso è un ragazzo fragile, ho cercato di indirizzarlo in ogni modo”
“La coppia risultava bene assortita e non vi era anima che avrebbe potuto immaginare che l’idillio si sarebbe spaccato irrimediabilmente – spiega su “Novella 2000” – E invece i due ora sono alle carte bollate. Quali siano i motivi degli attriti nessuno lo sa, neppure io che ho considerato Tomaso una specie di figlio e ho cercato in tutti i modi di indirizzarlo. Era un ragazzo fragile e, per dargli una mano, gli affidai la rubrica delle automobili su Libero, che lui devo riconoscere sviluppava molto bene”.
L’incontro fatale nel ristorante di Trussardi
Feltri rievoca così la prima volta in cui Trussardi e Michelle incrociarono le loro strade proprio grazie a lui: “Una sera ero a cena con Tom nel suo ristorante in piazza della Scala, quando un cameriere mi informò che Michelle, con una amica, si era accomodata al piano superiore. A quel punto decisi di salire a salutarla, in quanto la conoscevo da tempo, e mi accompagnò il mio commensale. Lo presentai alla signora di Striscia la Notizia e brigai affinché i due si scambiassero i numeri del telefonino”.
“Il loro matrimonio sembrava inossidabile”
“Quel che accadde in seguito è noto – prosegue – Di lì a poco tempo si sposarono e io fui il loro testimone di nozze a Bergamo, nel palazzo cosiddetto di Giustizia. I coniugi avviarono una unione perfetta, fatta di reciproco sostegno. Ebbero due bambine dolcissime e sembrava che il matrimonio fosse inossidabile. Ma nella vita avvengono cose strane, cosicché ora siamo qui a commentare la rottura di un sodalizio che pareva saldissimo”.
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“Ignoro le motivazioni, Tomaso ormai lo incrocio di rado”
Il direttore di “Libero” è dispiaciuto ma allo stesso tempo non manca di sottolineare che sono cose che capitano. Anche nelle migliori famiglie. “Inutile stracciarsi le vesti – sentenzia – L’amore va e viene e sovente finisce, per cui non stupiamoci davanti alla descritta frattura. Ignoro le motivazioni pure perché Tomaso ormai lo incrocio raramente e non ho raccolto le sue confidenze. Tuttavia non mi è oscuro cosa succede non raramente a marito e moglie”.
“Gli sposi che si dividono perdono insieme la partita”
“La convivenza è dura da tollerare – conclude – C’è un momento in cui lei o lui non ne può più di avere accanto una persona che sbadiglia o si soffia il naso. Segnali piccoli eppure decisivi: al sentimento è subentrata l’insofferenza. E tutto va a rotoli. Sposarsi significa sopportarsi, se ciò non è possibile conviene dirsi addio per evitare guai maggiori. Michelle e Tomaso sono arrivati al traguardo, nessuno dei due però ha vinto la gara. Gli sposi che si dividono perdono insieme la partita”.