Una recensione negativa è costata cara ad Achille Ottaviani
- Il cronista aveva stroncato la cena di gala per il 50esimo anniversario del Vinitaly
- “Risotto insipido, carne dura, verdure che non vi si abbinavano”
- Condannato alla pena pecuniaria di 10.000 euro, dovrà anche risarcire lo chef
Carlo Cracco-Achille Ottaviani 2-0. Sono due le cause vinte dallo chef veneto contro il direttore de “Il Mattino di Verona”. Tutta colpa di una recensione negativa che Cracco non ha digerito e che è costata due querele al giornalista. Achille Ottaviani è stato condannato entrambe le volte per diffamazione. La prima ad una multa di 1.000 euro. La seconda stroncatura gli è costata ancora di più. Il cronista è stato condannato alla pena pecuniaria di 10.000 euro e a pagare le spese legali quantificate in 3.500 euro. Ma non finisce qui. Perché a Carlo Cracco spetta anche un risarcimento di 20mila euro che Ottaviani e il responsabile civile dovranno corrispondere a titolo provvisionale.
L’articolo citava i commenti dei commensali alla fine di una cena
Il cuoco vicentino saltò dalla sedia per un articolo datato 2016 in cui il giornalista lo “massacrava” in riferimento alla cena di gala organizzata nell’anfiteatro dell’Arena di Verona per 400 persone in occasione del 50esimo anniversario del Vinitaly. Nella recensione incriminata pubblicata su “La Cronaca di Verona” basata sui commenti dei commensali a cena finita, Ottaviani scriveva “risotto insipido, carne dura, verdure che non vi si abbinavano, se non nella follia di una grandeur culinaria che non è esistita. Tutti alla fine se ne sono usciti delusi, un po’ affamati e tentati di entrare nei kebab limitrofi”. All’epoca, Cracco era uno dei giudici di “Masterchef” e aveva due stelle Michelin.
La deposizione di Carlo Cracco
A ripercorrere la vicenda giudiziaria è il quotidiano “L’Arena”: “La Procura in prima battuta chiese l’archiviazione ritenendo che seppur poco garbata, si trattava di una critica. E in quest’occasione Ottaviani inciampò la seconda volta: lodò il magistrato «con la M maiuscola» e definì lo chef «stella in caduta orizzontale». Era il 17 novembre 2017 e venne denunciato per la seconda volta. Invero la prima querela non finì in archivio perché il gip dispose per il giornalista l’imputazione coatta per le invettive sul Galà”. Invettive giudicate per l’appunto da condanna. “Io a quella cena c’ero, non so se il signor Ottaviani fosse presente – disse Cracco durante la deposizione – Non posso dire che fu impeccabile perché sarei un presuntuoso ma sicuramente fu al meglio delle nostre possibilità. E dire che il wagyu è una carne dura è come dire che questo tavolino è pane”.