Il cantante boccia le nuove leve della musica italiana
- “La musica di oggi non emoziona, fa rumore”
- Tozzi rimpiange il Festivalbar: “C’era un’idea”
- Quindi attacca il Festival di Sanremo: “Non è più musica”
Umberto Tozzi stronca senza mezzi termini le nuove leve della musica italiana e i colleghi che, per “svecchiarsi”, duettano con i giovani prestandosi ad improbabili esperimenti musicali. “La musica di oggi è ridicola, non emoziona, fa rumore – sentenzia il cantante in un’intervista a “Rolling Stone” – Cosa penso delle varie operazioni tipo “Mille” con Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti o “Toy Boy” con Colapesce e Dimartino insieme a Ornella Vanoni? Ridicoli”.
“Oggi la musica in tv non funziona”
Il cantante di “Ti amo” e “Gloria” rimpiange il “Festivalbar” e massacra il “Festival di Sanremo”. “La musica, televisivamente, a quei tempi aveva un grande seguito perché comunque c’era un’idea. Quella di Salvetti – dice – Oggi la musica in tv non funziona, parliamoci chiaro, bisogna andare ad ascoltarla ai concerti. Sì, esiste Sanremo, ma come vedi non è più musica. È uno show televisivo, non c’entra niente la musica. Io direttore artistico? Mi boccerebbero subito. Io mi coinvolgo solo emozionalmente. E visto che secondo me la musica di oggi è ridicola non potrei e non saprei giudicarla”.
“Sanremo? Credo di aver già dato tanto”
Umberto Tozzi ha calcato per l’ultima volta il palco dell’Ariston nel 2005 con il brano “Le parole” e già all’epoca non aveva alcuna intenzione di andare. Poi si lasciò convincere ma finì malissimo. “Sanremo è una cosa per i ragazzi, per tentare di farsi una carriera – spiega – Io credo di aver già dato tanto. Non avevo nessuna intenzione di andare. Era l’ultimo anno in cui stavo in Warner. La casa discografica propose la canzone al festival di Bonolis. Gli editori la ascoltarono e dissero che piaceva moltissimo. Una presa per il cu*o: era solo per avere un nome che a loro interessava. Me l’hanno girata in modo tale da convincermi ad andare. Sono stato il primo escluso, probabilmente sbagliai io a partecipare. Il pezzo non era male”.