Dal rapporto complicato col padre alla maternità mancata
- La Raffa nazionale cresciuta da tre donne
- Durante l’adolescenza innamorarsi era il suo ultimo pensiero
- Se Boncompagni era la figura paterna che le era mancata, Japino era l’amore della maturità
“Mi hanno cresciuto due donne. Tre, contando la nurse inglese: severissima”. Così parlava nel 2017 in un’intervista al “Corriere della Sera” Raffaella Carrà, scomparsa oggi all’età di 78 anni a causa di una malattia.
Durante quella chiacchierata con il giornalista, la Raffa nazionale aveva messo da parte la sua riservatezza per puntare i riflettori sulla sua sfera più intima e privata. Dall’infanzia difficile al rapporto complicato con il padre, dall’incontro con Gianni Boncompagni al desiderio di maternità arrivato troppo tardi.
“In casa il babbo era la nonna”
“Mia mamma Angela Iris fu una delle prime a separarsi nel dopoguerra – aveva raccontato – Non si risposò più. Nonna Andreina era rimasta vedova di un poliziotto originario di Caltanissetta che si chiamava Dell’Utri. Ogni tanto mio padre ci veniva a prendere. Un uomo buono e gentile, ma inaffidabile. Non aveva alcun senso della famiglia. In casa il babbo era la nonna”.
“Mio padre mi chiedeva se ero ancora vergine”
Da adolescente colei che sarebbe diventata l’icona gay per eccellenza non era interessata a fidanzarsi. “Al centro sperimentale di cinematografia uscivo solo con i gay – aveva svelato – Quando in sala si faceva buio, loro non cercavano di tastarti. Il babbo ogni tanto telefonava per chiedermi se ero ancora vergine, minacciando in caso contrario di togliermi da mia madre e dal centro sperimentale. Ero così terrorizzata da quella spada di Damocle che fino ai 18 anni non mi sono lasciata toccare con un dito…”.
“Con Boncompagni mi sono rilassata”
“Il babbo che cercavo l’ho trovato in Gianni Boncompagni, che aveva 11 anni più di me – aveva confidato – Finalmente mi sono rilassata. Per tutta la giovinezza mi era mancata la spalla a cui appoggiarmi”.
Il desiderio di maternità arrivato troppo tardi
Se il matrimonio non era mai stato nei suoi piani, il desiderio di un figlio era arrivato tardi: “A 40 anni, quando sul lavoro ormai mi ero presa le mie soddisfazioni. Ci ho pensato, ma non è arrivato. La natura dice di sì quando vuole lei”.
La Carrà non ha mai pensato di ricorrere all’inseminazione artificiale. “Sono troppo fifona per sottopormi a certe operazioni – aveva confessato – E comunque la vita ha i suoi disegni. Ho perso un fratello a 56 anni di tumore e gli ho promesso che avrei fatto da babbo ai suoi figlioli”.
“Sergio Japino amava le stesse cose mie”
Oltre a Gianni Boncompagni che è stato il suo primo grande amore, Raffaella Carrà ha vissuto una lunga e intensa storia con Sergio Japino.
“Mia madre voleva io sposassi un medico o un architetto, ma che gli raccontavo? Con loro invece c’è stato lo stesso linguaggio – aveva confidato la cantante e ballerina al “Corsera” – Con Gianni il rapporto è stato un po’ paterno. Con Sergio c’è stato un rapporto diverso: lui è più giovane di me, capiva e amava le stesse cose mie”.
E’ stato proprio Sergio Japino a dare oggi l’annuncio della scomparsa della sua storica compagna: “Raffaella ci ha lasciati. E’ andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”. I due, dopo la rottura, erano rimasti in ottimi rapporti.