Il programma si ferma per la pausa estiva
- Le anticipazioni del conduttore sulla prossima stagione
- Storie ed inviati assoluti protagonisti
- La gioia per il ritrovamento di Nicola Tanturli
Venerdì scorso si è conclusa un’altra stagione de “La Vita in Diretta”, la prima condotta in solitaria da Alberto Matano dopo l’uscita di scena con polemica di Lorella Cuccarini. Il finale è stato scoppiettante per via del ritrovamento del piccolo Nicola Tanturli, il bimbo di 21 mesi rinvenuto sano e sano in un bosco da Giuseppe Di Tommaso, inviato del programma di RaiUno.
“Quello che è successo rivaluta il lavoro degli inviati”
“Non dimenticherò mai la telefonata di Giuseppe – racconta Alberto Matano in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” – quello che è successo rivaluta il lavoro degli inviati, la fatica. In tempi di smart working ha ribadito quanto sia importante stare sul campo, con gli occhi e il cuore. Questo è un lavoro che va fatto con rigore e rispetto. Il miracolo, lo definisco io, del ritrovamento di Nicola è stato una ricompensa”.
“Io mi considero una specie di capostazione”
“L’emozione del ritrovamento del piccolo Nicola Tanturli – ha aggiunto – mi ha fatto riflettere sul racconto del reale, mi ha riportato all’essenza del mio lavoro e di quando ho deciso di fare il giornalista, che vuol dire essere testimoni. Vivo in uno studio televisivo ma ho cominciato con la cronaca. Mi considero una specie di capostazione, i nostri inviati sono i treni ad alta velocità che transitano nella stazione”.
“Penso di andare avanti senza pubblico in studio”
Alberto Matano ha anticipato che anche nella prossima stagione non ci sarà il pubblico in studio. “La Vita in Diretta è cambiata – ha spiegato – abbiamo ripensato la trasmissione da zero: quando c’erano gli ospiti in studio e l’intervista finale, la presenza del pubblico scaldava l’ambiente. Poi c’è stato un cambio narrativo, oggi il programma è essenziale: gli inviati spiegano sul posto cosa succede. Quindi penso di andare avanti così, le storie sono le protagoniste assolute”.
Il tavolo con gli ospiti nell’ultima parte, che si è rivelato una scelta vincente, invece tornerà. “L’obiettivo è spettinarla un po’ di più, per renderla graffiante e divisiva, perché no – ha svelato – Mi piacerebbe scegliere un tema per discutere: quando ci si confronta non siamo tutti d’accordo, ed è giusto così”.
Nessuna nostalgia del Tg1
Infine, l’ex mezzobusto del Tg1 ha confessato di non aver provato nostalgia per il suo precedente ruolo “nemmeno nei momenti più difficili”. “Il telegiornale è stata un’esperienza formativa – ha confidato – mi ha dato autorevolezza, popolarità: condurre il Tg, il notiziario più importante, ti responsabilizza e ti insegna come reagire in diretta. Hai un ruolo ‘istituzionale’. Sai che devi rimanere impassibile, impari il controllo e a tenere a freno le emozioni. Una grande scuola. Quando conduci un programma è diverso, puoi dire cosa pensi, lasciarti andare. In questi due anni ho potuto tirare fuori quello che provo, dalla commozione alla gioia”.