La mamma di Denise Pipitone a “Domenica In”
- Piera Maggio: “Denise è la figlia di tutti, non cerco pietà, voglio giustizia”
- L’avvocato: “Alcuni traditori dello Stato non hanno fatto il loro dovere”
- “Anna Corona aveva un’attenzione morbosa nei miei confronti”
Da settimane i riflettori sono nuovamente puntati sul caso di Denise Pipitone, la bimba di quasi quattro anni scomparsa da Mazara del Vallo nel 2004. Dopo l’assoluzione in tutti e tre gradi di giudizio di Jessica Pulizzi (la sorellastra di Denise inizialmente sospettata di essere coinvolta nel sequestro bollato come una vendetta privata maturata in ambito familiare, ndr.), Piera Maggio chiede a gran voce che l’indagine venga riaperta alla luce di alcune importanti novità emerse di recente.
Un calvario che va avanti da 17 anni
Ospite di Mara Venier a “Domenica In”, Piera Maggio racconta un calvario che dura da 17 anni e conferma di non avere alcuna intenzione di mollare. “Denise è la figlia di tutti, non è solo la figlia di Piera Maggio e di Pietro Pulizzi – esordisce – Questi anni sono stati pesanti e spero che si possa mettere fine a questa brutta storia. Come va? Non si vive, si sopravvive. C’è la quotidianità, marito, figli, si va avanti…per forza. Ma in questi 17 anni abbiamo vissuto principalmente cercando Denise, cercando verità e giustizia e non abbiamo mai smesso di sperare di riabbracciarla”.
La segnalazione dalla Russia
Di Denise Pipitone si è tornato a parlare dopo la segnalazione arrivata di recente dalla Russia. Piera Maggio commenta così la vicenda di Olesya Rostova, il cui gruppo sanguigno non combacia con quello di sua figlia: “Ogni segnalazione va vagliata. La procedura che abbiamo adottato, quella di chiedere il gruppo sanguigno, è stata fatta per accelerare i tempi. Se avessimo chiesto alla Procura di Marsala, tra rogatorie e altre cose burocratiche, sarebbero passati 2-3 mesi. Allora si è pensato di chiedere il gruppo sanguigno anche perché loro ce l’avevano il gruppo sanguigno della ragazza russa. Però io mi sarei dovuta prestare a quel teatrino in tv con i genitori che dovevano andare in quella trasmissione. Io mi sono sempre rifiutata. Io ho lasciato una bambina che allora aveva quasi 4 anni, oggi neanche so come potrebbe essere, non sappiamo che viso abbia. Quindi io, ad ogni segnalazione, mi affido a quelle che sono le nuove tecniche, non più al cuore di mamma. Abbiamo tenuto un profilo basso perché sin da subito abbiamo detto ‘non ci vogliamo illudere’”.
“Giocavano su cose serie – le fa eco l’avvocato Giacomo Frazzitta – in Italia non potremmo mai fare un reality su cose così delicate, su bambini rapiti e mamme di bambini rapiti. Ho detto ‘abbiamo fatto un giro all’inferno e siamo tornati’. Abbiamo una cultura diversa”.
Piera Maggio: “Alcune persone hanno voluto che Denise non si trovasse”
In questi anni la pietà invocata da Piera Maggio all’indomani della scomparsa di Denise non c’è stata. “Oggi abbiamo una realtà più concreta perché grazie anche alle ultime dichiarazioni di due procuratori si è concretizzato quello che noi abbiamo sempre sostenuto – spiega la mamma coraggio – Sono emerse delle novità, si è parlato di depistaggi voluti e non voluti, colpe e non colpe. E’ merito di tante persone che hanno voluto che Denise non si trovasse se oggi dopo 17 anni siamo ancora qua. Oggi è evidente per tutti ma noi non abbiamo mai avuto dubbi”.
L’avvocato Frazzitta: “Alcuni traditori dello Stato non hanno fatto il loro dovere”
“Per arrivare alla verità ci vuole qualche atto di coraggio da parte di qualcuno – interviene Frazzitta – C’è qualcuno che sa qualcosa e potrebbe aiutarci. Come diceva Piera, ci sono due magistrati, un ex procuratore capo e un sostituto procuratore, che hanno detto delle cose particolarmente importanti. Noi le sapevamo e le abbiamo denunciate in questi 17 anni nel silenzio della stampa. Ci eravamo accorti che c’era stato un corto circuito, dei traditori dello Stato, dei servitori dello Stato che non hanno fatto bene il loro dovere. Questo ha fatto sicuramente danno alla verità. Quello che noi chiediamo oggi è che queste persone, le forze dell’ordine dell’epoca che hanno percepito o saputo qualcosa, parlino. E’ importante per poter riavvolgere il nastro e ripartire. Negli atti ci sono tanti elementi per poter riaprire quest’indagine”.
Piera Maggio e i sensi di colpa verso il primogenito Kevin
Piera Maggio ha un altro figlio, Kevin, verso il quale nutre dei sensi di colpa. “La mia vita da 17 anni è difficile. Magari in apparenza sembriamo tranquilli ma ogni mattina ci alziamo col pensiero di Denise – confida – Io ho anche un altro figlio, Kevin. Ha 27 anni, vive al Nord e quest’estate dovrebbe sposarsi. Ho vissuto con la paura di aver tolto qualcosa a mio figlio, di questo mi sono sempre rimproverata. Mio figlio ha vissuto una mamma sempre attiva nella ricerca di Denise, non abbiamo mai avuto la serenità. Quindi sicuramente non è stata una bella infanzia per mio figlio. Col tempo sto cercando di recuperare. Lui mi dice sempre ‘mamma, a te hanno levato una figlia, a me hanno levato una sorella, la mia compagnetta di giochi’. Ho sempre cercato di tenerlo dietro le quinte, all’epoca era piccolo e ho sempre cercato di tutelare la sua privacy ma la sofferenza che ha avuto lui in questi anni è stata grande”.
La mamma di Denise: “Sappiamo chi ha mentito”
Piera Maggio ribadisce la sua convinzione che dietro il rapimento di Denise ci sia la volontà di farle pagare la sua storia d’amore con Pietro Pulizzi che oggi è suo marito. “Nessuno da fuori ti viene a sequestrare una bambina – sentenzia – Attenzione anche quando parliamo dei rom. I rom non vengono a prendere i figli degli altri. Noi non abbiamo mai detto che rubano i bambini. Oggi sono qui più forte di prima a chiedere che tutti coloro che hanno sbagliato in questa vicenda non la passino liscia. Però non ho mai messo tutti in un calderone, alcuni componenti delle forze dell’ordine si sono spesi tanto per Denise. Hanno fatto nottate e impiegato i loro giorni, anche quelli di riposo, nella ricerca di mia figlia. Oggi sicuramente voglio sapere dov’è Denise ma voglio sapere una volta per tutte la verità e mettere fine a tutto ciò. Spero che qualcuno possa parlare ma a differenza del passato oggi non cerco pietà. Oggi cerco coloro che fino adesso hanno mentito, coloro che hanno reso falsa testimonianza. Voglio che oggi si sveglino, parlino e dicano la verità. Io so chi sono, sappiamo chi sono, su questo non c’è dubbio”.
“Vogliamo giustizia, lo Stato ci ha ingannato”
“Con quello che hanno detto, questi due procuratori hanno messo il bollino sopra queste persone – aggiunge – Stavolta non è solo Piera Maggio a dirlo, lo dicono e lo confermano anche due procuratori. Non voglio vendetta e lo ripeterò sino alla fine, vogliamo giustizia. Se avessi voluto vendetta, avremmo reagito diversamente sin dall’inizio. Siccome siamo delle persone oneste, giuste, abbiamo continuato a rivolgerci alla giustizia. Purtroppo la giustizia ci ha ingannato, lo Stato in un certo senso ci ha ingannato. Tutti gli italiani devono indignarsi, perché quello che è capitato a me poteva capitare a ogni singolo cittadino. Non è giusto, i bambini non spariscono nel nulla. Posso capire che all’inizio in Procura non fossero preparati ad un fardello del genere. Ancora ancora questo va compreso, ma i depistaggi no! Specialmente quelli volontari. Non dovevano comportarsi in questo modo davanti al rapimento di una bambina. Perché si sono comportati così? Certamente ci siamo dati una spiegazione. Oggi non è ancora il momento per parlarne”.
Frazzitta: “Non stiamo facendo un processo mediatico”
Giacomo Frazzitta fa alcune precisazioni su Jessica Pulizzi: “Chi è assolto è assolto. Anche se oggi viene Jessica a dire ‘sono stata io’, non si può più processare. Quindi è inutile andare a rivangare intercettazioni che riguardano una persona che comunque ha vissuto anche lei un calvario per 17 anni. Questo io l’ho detto in tutti i programmi e continuerò a dirlo. Però è chiaro che all’interno di quel processo c’è tanto. Oggi non stiamo facendo un processo mediatico perché non c’è un processo parallelo, non c’è un’indagine. Ci sono giornalisti che hanno sempre lavorato, una su tutti Federica Sciarelli che in questa storia è stata una sorella per Piera. Il lavoro del giornalista è fare l’inchiesta giornalistica, non il processo mediatico parallelo, bisogna andare a cercare la verità in un processo che ormai è terminato”.
“Basta parlare di Jessica Pulizzi! Ci sono altre cose da controllare”
“A Mazara ci sono certamente delle persone che sanno e che possono aprirsi dopo 17 anni – ribadisce – Dateci i pezzi mancanti di questo puzzle perché alcuni pezzi ce li abbiamo. Però attenzione a ritornare a parlare di Jessica Pulizzi. Da 10 giorni lo dico in tutti i programmi, poi ci sono i sordi che non vogliono sentire, c’è tutto il resto da andare a controllare. Ci sono ben 7 indagati che sono stati archiviati. Dal giorno della sentenza di Cassazione, diciamo che le sentenze non devono essere commentate. Né io né Piera Maggio l’abbiamo mai fatto. Però Piera ha il diritto di avere la verità. Questo è uno tra i procedimenti più costosi della storia giudiziaria italiana, non vi dico quanto è costato questo procedimento perché secondo me succede un terremoto. Adesso i magistrati devono riaprire quest’indagine”.
Piero Pulizzi: “Se ce la faremo? Oggi penso proprio di sì”
Mara Venier interpella Pietro Pulizzi anche lui ospite in studio. “Se ce la faremo? Oggi penso proprio di sì. Abbiamo tante persone che ci stanno vicino e che vogliono che si riaprano di nuovo le indagini. Incrociamo le dita”, dice il papà di Denise con gli occhi lucidi.
Piera Maggio: “Da madre so come sono andati i fatti sin dall’inizio”
“Noi non abbiamo fatto dei processi nelle tv – puntualizza Piera riallacciandosi alle parole del suo legale – Io non sono un avvocato ma da madre so come sono andati i fatti fin dall’inizio. L’ho sentito da subito e continuo a sentirlo fortemente. Poi la Procura di Marsala non mi ha portato altre piste. Quella mattina ero a fare un corso di informatica e avevo affidato la mia bambina a mia madre come spesso mi capitava di fare. Alle 12.30 ho ricevuto una telefonata nel posto in cui mi trovavo e mi hanno detto che la mia bambina non si trovava più. Ho capito subito che era accaduto qualcosa, Denise non si sarebbe mai allontanata perché era una bambina timorosa e anche molto ubbidiente. Quelle strade erano percorse e ripercorse più volte durante la giornata da determinate persone che mi minacciavano. Sono stata vittima di quello che oggi si chiama stalking. Jessica era quella che agiva in modo più mirato. Io riferivo a Pietro quello che succedeva. Se non ci sono state denunce da parte mia era nel rispetto di questo padre”.
“Anna Corona aveva un’attenzione morbosa nei miei confronti”
Piera Maggio spiega il suo rapporto con Anna Corona: “Con questa persona ho avuto una conoscenza anche un po’ frivola, non era un’amica. Io stavo vivendo un momento un po’ particolare della mia vita, le cose tra Anna Corona e Pietro non andavano bene, il loro matrimonio era in crisi tanto che la stessa Corona cercava aiuto da altri per far ragionare suo marito. Piero ha cercato di andare via da casa per tre volte ma ha ricevuto delle minacce. All’epoca non potevo pensare che sarebbe accaduto qualcosa di brutto. Poi io ho mollato questa conoscenza perché ci sono state delle situazioni che non mi sono piaciute, delle attenzioni da parte sua. Io ho cercato di allontanarmi, lei aveva un’attenzione molto morbosa nei miei confronti. Io l’ho detto sin dall’inizio, è agli atti dal 2004 e gli inquirenti possono confermarlo”.
“Io e Pietro ci siamo sposati tre anni ma non abbiamo voluto un altro figlio”
“Io e Pietro ci siamo sposati tre anni fa. Abbiamo ufficializzato perché era giusto così”, racconta Piera a margine dell’intervista. I due, in questi anni terribili, non hanno mai pensato di avere un altro figlio. “I figli non si sostituiscono – dice la mamma di Denise – Non ci abbiamo pensato perché tutta questa storia mi ha assorbito talmente tanto che sentivo di togliere qualcosa a un possibile nascituro. Quindi non me la sono proprio sentita. Se avessimo voluto farlo, lo avremmo fatto anni fa. E’ stata una nostra scelta, ci siamo voluti dedicare alla ricerca di Denise e vogliamo goderci mio figlio, la sua compagna e tutto quello che verrà”.