“Chi l’ha visto?”, l’appello di Daniela alla madre: “Ripensaci”
- La storia di Daniela, mamma di due figli, ha scosso le coscienze
- La madre biologica nega il prelievo che potrebbe salvarle la vita
- L’appello su Rai3: “Potrai contare sull’anonimato”
Daniela è affetta da un cancro. In tre anni, la situazione si è aggravata a tal punto che per salvarle la vita sarebbe fondamentale una cura sperimentale americana. Per sottoporsi alla terapia, Daniela ha bisogno della mappatura del codice genetico. Per questo motivo si è messa disperatamente alla ricerca della sua madre biologica che l’ha abbandonata alla nascita all’ospedale di Como. La donna dovrebbe semplicemente sottoporsi ad un prelievo di sangue nella garanzia assoluta dell’anonimato.
Daniela si è rivolta a “Chi l’ha visto?”
Per trovarla Daniela si è persino rivolta a “Chi l’ha visto?”. “Avessi un’altra possibilità per comunicare con te, lo farei. Non avendone un’altra, devo usare la televisione”, ha detto in un appello lanciato attraverso il programma condotto da Federica Sciarelli. La madre biologica di Daniela è stata rintracciata ma la sua risposta ha lasciato tutti senza parole. La donna che l’ha messa al mondo 48 anni fa ha detto no. Non vuole incontrarla né darle la possibilità di curarsi. Per Daniela è la peggiore delle conclusioni, una sconfitta che non può accettare.
La storia di Daniela
Nata a Como nel 1973, figlia di parto anonimo, la vita di Daniela è cominciata con un abbandono. I suoi primi mesi li ha trascorsi a Como affidata alle cure di un orfanotrofio e poco dopo è stata adottata a Milano, la città dove ha sempre vissuto. E’ diventata un’infermiera dal carattere d’acciaio, madre e nonna giovanissima. Ma oggi si trova a combattere un nemico che non le lascia scampo: un tumore maligno e aggressivo che la costringe a dosi sempre più debilitanti di chemioterapia.
“Riuscire ad alzarmi ogni mattina e portare mia figlia a scuola sono degli atti che le persone fanno quotidianamente, è solo l’inizio di una giornata. Io ci devo pensare dalla sera prima perché per me è un incubo anche questo in questo momento”, ha svelato a “Chi l’ha visto?”. La speranza di guarire passa per una terapia sperimentale: una sola goccia del sangue della madre che non ha mai conosciuto potrebbe offrire ai medici che l’hanno in cura la possibilità di completare la mappatura genetica e consentirle una cura di immunoterapia sperimentale.
L’intervento del Tribunale dei Minori
Il suo appello ha scosso le coscienze perché trovare la persona che l’ha partorita avrebbe potuto salvarle la vita. “Potresti dare ai miei figli la possibilità di avere la loro mamma accanto”, ha detto Daniela due mesi fa alle telecamere del programma di Rai3. Dopo l’appello, la donna non si fa avanti. Così Daniela decide di scrivere al Tribunale dei Minori di Milano e, tramite un’istanza, chiede che venga rintracciata e interpellata la donna che l’ha lasciata in ospedale a Como quando è nata. Il Tribunale dei Minori non perde tempo e avvia subito le indagini per rintracciare la donna e chiederle se vuole rimuovere il segreto sulla sua identità e se si vuole sottoporre ad un prelievo di sangue per permetterle una cura sperimentale.
La donna è stata rintracciata ma ha detto di no al prelievo
“E’ successo che la donna è stata raggiunta – ha raccontato Daniela – è stata convocata, si è presentata e purtroppo consapevolmente, visto che il giudice mi ha detto che è una persona in grado di intendere e di volere, ha risposto che non vuole più sapere nulla della vicenda. Oltre a negare la possibilità di togliere l’anonimato, ha anche negato la possibilità di sottoporsi al prelievo”. Dietro questa decisione si nasconde un terribile segreto: “Mi è stato detto che ha subito una violenza e che quindi la mia nascita è stata frutto di una brutta violenza e lei ancora oggi è molto sofferente nel riparlarne”.
Per Daniela è un secondo abbandono
E’ la dura realtà della vita: una madre che fugge da un passato doloroso e una figlia che invece vuole avere un futuro. Per Daniela è un inconcepibile secondo abbandono: “Era una delle ipotesi alla quali non avevo pensato. Quello che non comprendo è che le è stata data la garanzia dell’anonimato da un’istituzione come il Tribunale dei Minori di Milano. E’ stato un no assoluto. Lei ha proprio chiesto di chiudere la pratica”. Il procedimento è stato chiuso perché nessuno, per legge, può obbligare questa donna ad un prelievo ematico: “Lei ha anteposto la sua condizione ad una mia eventuale possibile cura e la legge glielo ha acconsentito”.
L’ennesimo appello alla madre: “Ripensaci”
Da quel giorno, Daniela deve fare i conti con quel terribile rifiuto: “Da quel 12 aprile l’ho sognata tutte le notti, ho sognato una donna che non ha un volto e che ha un corpo. Un sogno brutto. Il giudice mi ha detto che lei aveva saputo di me dalla televisione e quindi me è l’unico modo per parlare con lei in questo momento. Ne utilizzerei un altro volentieri. Spero che si possa rendere conto che le possibilità per fare questa cosa ci sono”.
Daniela ha lanciato alla madre biologica l’ennesimo appello: “Ti prego di ripensare alla tua decisione e di provare a comprendere che sottoporti a questo prelievo per me significa riuscire a fare una terapia che può restituirmi la mia vita. Nel rispetto di ogni tua scelta, in qualsiasi modo tu lo voglia fare”.
LEGGI ANCHE: Denise Pipitone, Piera Maggio all’attacco: “Anna Corona si era infatuata di me”